Cascia-XXIII Mostra mercato dello zafferano. Dal 31 ottobre al 3 novembre 2024.
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XXII Mostra Mercato dello zafferano di Cascia
Siamo giunti alla 22^ edizione la Mostra Mercato dello “Zafferano di Cascia” che si svolgerà il 27-28-29 ottobre 2023.
L’azienda è presente all’esposizione con un proprio stand, dove è possibile acquistare direttamente tutti i nostri prodotti
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Liquore allo zafferano
Prodotto con zafferano dell’Azienda agricola.
Ingredienti:acqua,alcool, zucchero, infuso di Zafferano 5%, aromi. 25% alc/vol
Prodotto e imbottigliato da It.L. srl 06089 Torgiano (PG) – Italia
bottiglia Cl. 50
Bottiglia “Pallina” Cl. 20
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TARTUFI
Il tartufo estivo o scorzone intero (Tuber aestivum Vitt.), viene raccolto nei mesi di Giugno/Luglio/Agosto.
I tartufi da noi lavorati, provengono dalle nostre tartufaie nella zona della Frazione di Colmotino di Cascia.
Tartufi accuratamente selezionati da noi, per darvi il massimo della sicurezza e della bontà.
Sono preparati senza aggiunta di aromi artificiali di alcun genere.
Sono ideali da cucinare con pasta fresca (tagliatelle) o secca (strangozzi, spaghetti), carne, pesce, uova.
CONSIGLI: Una volta aperto il vasetto, grattugiare tutto il tartufo, aggiungere il liquido di cottura che trovate all’ interno, sale ed olio extra vergine di oliva, in modo da creare una salsa per condire i vostri piatti.
Confezionato presso laboratorio Artigianale sito in Corso Sertorio nr. 45 di Norcia (PG)
Peso Gr. 70
Confezionato presso IT.L. srl, Torgiano (PG), via Pescara 4.
Peso Gr. 50
Peso gr. 25
SALSA TARTUFATA
Ingredienti: Funghi Champignon (Agaricus Bisporus) 75,7%, Tartufo Estivo (Tuber aestivum Vitt.) 5%, olio extra vergine di oliva, sale.
Pronta all’uso.
Senza AROMI ARTIFICIALI.
Confezionata presso laboratorio Artigianale sito in Corso Sertorio nr. 45 di Norcia (PG).
Peso Gr. 80
Peso Gr. 130
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Pasta
Gli Strangozzi sono in confezione da 250g. Questa Pasta è artigianale, infatti è ottenuta impastando lentamente le semole di grano duro con acqua fredda. La trafilatura al bronzo rende la pasta ruvida e porosa, e ciò permette alla pasta di assorbire al meglio i condimenti, infine la pasta viene essiccata a “bassa temperatura” 60° circa.Confezionata da IT.L via Pescara 4 Torgiano (PG) Italia.
CONSIGLIAMO DI CUOCERLI PER ALMENO 20/25 MINUTI E DI NON MESCOLARLI MAI FINO A FINE COTTURA, ALTRIMENTI SI SPEZZANO.
Ingredienti:
Semola di grano duro, acqua, infuso di zafferano 4%.
Ideali con : Tartufo fresco o conservato, con funghi porcini, panna e salsiccia.
Ingredienti:
Semola di grano duro, acqua, Funghi champignon (Agaricus Bisporus), Tartufo estivo (Tuber aestivum Vitt.) 1%, aromi.
Ideali con: tartufo fresco o conservato; salsa tartufata. L’alternativa è panna, salsiccia e tartufo grattugiato.
Ingredienti:
semola di grano duro, farina di farro 3%.
Ideali con funghi e panna, salsa tartufata .
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I FAGIOLI
Il fagiolo è una pianta della famiglia delle Leguminose.
Fu importato, a seguito della scoperta dell’America, in Europa dove esistevano unicamente fagioli di specie appartenenti al genere Vigna, di origine subsahariana: i fagioli del genere Phaseolus si sono diffusi ovunque soppiantando il gruppo del mondo antico, in quanto si sono dimostrati più facili da coltivare e più redditizi (rispetto al Vigna la resa per ettaro è quasi doppia).
Il fagiolo viene coltivato per i semi, raccolti freschi (fagioli da sgranare) o secchi, oppure per l’intero legume da mangiare fresco (fagiolini, o cornetti). Le varietà a ciclo vegetativo più lungo, nelle regioni temperate sono seminate in primavera, quelle a ciclo più breve in estate. Nel caso dei fagioli rampicanti è necessaria la collocazione di sostegni.
LA NOSTRA PRODUZIONE
FAGIOLI BORLOTTI
I fagioli borlotti sono caratterizzati da colore beige, a volte tendente al rosato, con chiazze più scure di colore marrone o rossastro.
(Confezione gr. 500)
FAGIOLI CANNELLINI
I fagioli cannellini si distinguono per il colore bianco rosato e per la forma allungata.
(Confezione gr. 500)
FAGIOLI CIABATTONI
I fagioli bianchi di Spagna sono detti anche fagioli corona o ciabattoni.
(Confezione gr. 500)
FAGIOLI CON L’OCCHIO
I Fagioli con l’occhio o fagioli dell’occhio sono tra le varietà di fagioli più famosi. Sono caratterizzati da colore chiaro di base e dalla formazione di una macchiolina nera nel punto in cui si congiungono al baccello. La macchiolina ricorda la forma di un occhio e da qui deriva il loro nome
(Confezione gr. 500)
FAGIOLI DIAVOLI
I Fagioli Diavoli sono fagioli marroni scuri, chiazzati di porpora.
(Confezione gr. 500)
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LE PATATE
Dal punto di vista nutrizionale le patate sono conosciute principalmente per l’alto contenuto in carboidrati (circa 26 grammi in una patata di 150 g, cioè medie dimensioni), presenti principalmente sotto forma di amidi.
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I CECI
Il cece è una pianta erbacea della famiglia delle Fabaceae.
I semi di questa pianta sono i ceci, legumi ampiamente usati nell’alimentazione umana che rappresentano un’ottima fonte proteica.
La pianta presenta fusto peloso con altezza variabile tra 20 e 50 cm. Le foglie sono opposte, composte da foglioline dentate; i fiori sono solitari ascellari, bianchi, rosei o rossi; i semi, contenuti in numero di 2-3 nei baccelli, sono commestibili. Le radici della pianta possono penetrare nel terreno fino a 2 metri, e questo le consente di sopravvivere con pochissima acqua.
Il nome deriva dal latino cicer. È noto che il cognome di Cicerone discendeva da un suo antenato che aveva una caratteristica verruca a forma di cece sul naso.
Il nome specifico arietinum si riferisce invece alla somiglianza che hanno i semi con il profilo della testa di un ariete.
Il cece coltivato deriva da forme selvatiche del genere Cicer, probabilmente da Cicer reticulatum. Le specie selvatiche si sono originate probabilmente in Turchia, mentre le prime testimonianze archeologiche della coltivazione del cece risalgono all’età del bronzo e sono state rinvenute in Iraq; i ceci si diffusero in tutto il mondo antico: antico Egitto, Grecia antica, Impero romano.
Grammi 500
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LA CICERCHIA
Il Lathyrus sativus, è un legume, comunemente chiamato Cicerchia, appartenente alla famiglia delle Fabaceae, diffusamente coltivato per il consumo umano in Asia, Africa orientale e, limitatamente, anche in Europa ed altre zone.
È una coltura particolarmente importante in aree tendenti alla siccità ed alla carestia, detto cultura di assicurazione poiché fornisce un buon raccolto quando le altre colture falliscono. È anche nota con il nome di pisello d’erba, veccia indiana, pisello indiano, veccia bianca, almorta o alverjón (Spagna), cicerchia (Italia), guaya (Etiopia), e khesari (India).
Il consumo di questa pianta leguminosa in Italia è limitata ad alcune aree del centro-sud ed è in costante declino
Grammi 500
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LA ROVEJA DI CASCIA
Oggi è stata pressochè abbandonata ovunque e resistono solo pochi agricoltori in Valnerina, in particolare a Cascia e in una località vicino Preci, dove c’è una fonte detta dei Rovegliari.
In questa vallata la roveja si semina a marzo a un’altitudine che va dai 600 ai 1200 metri e si raccoglie tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. La battitura è simile a quella della lenticchia: quando la metà delle foglie è ingiallita e i semi sono diventati cerosi, si sfalciano gli steli e si lasciano sul prato ad essiccare. Quando l’essicamento è completato si portano sull’aia e si trebbiano. Si deve poi liberare la granella dalle impurità con una ventilazione che avviene con setacci.
La roveja è resistente anche alle basse temperature, in genere si coltiva in primavera/estate e non ha bisogno di molta acqua. Ha grande valenza nutritiva perché molto proteica, in particolare se consumata secca, con alto contenuto di carboidrati, fosforo, potassio e pochissimi grassi.
Grammi 500
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Storia e origini della roveja
Nei secoli passati questo legume era prodotto su tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, in particolare sui monti Sibillini, dove i campi si trovavano anche a quote elevate. Questo tipo di pisello, dal seme colorato che va dal verde scuro al marrone per arrivare al grigio, cresce anche in forma spontanea, lungo le scarpate e nei prati, e nei secoli passati era addirittura protagonista dell’alimentazione dei pastori e contadini dell’area. Il declino della roveja iniziò nella seconda metà del XX secolo, con la maggiore redditività di altre colture e l’introduzione dei mezzi meccanici nell’agricoltura.
La sua origine non è ancora chiaramente definita: molto probabilmente proviene dal Medio Oriente. In Europa questa specie conosciuta fin dalla preistoria ha rappresentato, insieme a lenticchia, orzo e farro, la base dell’alimentazione umana nel neolitico. Sia i Greci che i Romani lo consideravano un legume prelibato.
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